FARE COSE DA SOLI FUORI DALL’ORGANIZZAZIONE E FARE COSE CON GLI ALTRI DENTRO L’ORGANIZZAZIONE
E’ molto diverso navigare e fare cose nel web da soli ed invece lavorare con gli altri entro strade ovvero, entro processi organizzativi definiti dalle organizzazioni. Nei primi anni duemila (fra il 2002 ed il 2005) quando insegnavo nella facoltà d’Ingegneria Gestionale dell’Università di Bergamo ed i Millennial non erano ancora sulla piazza tentai di avviare un discorso di “Web Process Reengineering”, Più in particolare introdussi nel mio corso universitario questioni quali: “quale sarà l’impatto di Internet sul disegno dei processi aziendali? In che modo il Web trasformerà i processi aziendali? Come riuscire a fare un reenginering dei processi aziendali tenendo conto sia delle opportunità web che delle necessità di ridisegno delle organizzazioni? Questo per mettere in rilievo come parlare di Web in azienda non avrebbe implicato tanto o solo processi di digitalizzazione dei processi esistenti quanto il fabbisogno di reinventare i processi da zero. Questo se si vuole è il tema chiave: bisogna ripensare il modo in cui funzionano le organizzazioni per consentire alla cultura dei Millennial di abitarle costruttivamente! Il mio corso di tanto tempo fa intendeva esplorare un tema di grande rilevanza anche attualmente ed in prospettiva. Infatti i dati suggeriscono che le organizzazioni hanno ancora oggi un divario significativo tra ciò che vedono i loro clienti, i loro sistemi di coinvolgimento (engagement) con l’esterno e il modo in cui vengono effettivamente fatti gli affari ed i loro principali sistemi di back-end di registrazione. Già allora affermavo: “le organizzazioni comprendono che devono automatizzarsi e devono esporre i loro processi di back-end alla luce ripensandoli in maniera rivoluzionari. Ed ancora: “il 68% delle organizzazioni concorda sul fatto che gli affari alla velocità della carta saranno inaccettabili in pochi anni”. Avevo puntato tute le carte del mio corso sui processi organizzativi perché mi era chiaro che i miei studenti navigavano sul Web facendo sì “mille cose” (forse è questo il vero significato di Millennial) però da soli e prefiguravo, con terrore, le situazioni sclerotiche che avrebbero trovato una volta entrati a lavorare in azienda, entro realtà dove dilagava SAP. Come si sa SAP è un software gestionale per la gestione di tutti i processi dell’azienda: che permette di ottimizzare il management delle attività del business avendo un orientamento prevalente al risparmio dei costi e nei tempi decisionali. Proprio per questo giudicavo importante che ci fosse da parte degli studenti la comprensione, a tutto tondo, dell’impatto che il web poteva avere sul cambiamento dei processi organizzativi non soltanto in termini di ottimizzazione ma anche in chiave d’innovazione rivoluzionaria. Purtroppo quel corso fu soppresso pochi anni dopo perché non inquadrabile nelle caselle disciplinari ingegneristiche. Un’ altra prova che la cultura dell’innovazione non è patrimonio di tutti e non è facile da diffondere!
I MILLENNIAL SONO INNOVAZIONE TECNOLOGICA INCARNATA, PRIMO STADIO DI SUCCESSIVE FUSIONI UOMO-MACCHINA
Un nativo digitale è orizzontale, interdisciplinare, non conosce le gerarchie, pensa agli altri come a membri di gruppi virtuali con cui scambia messaggi, video, modi di lavorare. Oggi molti anni dopo assisto a dotte elucubrazioni di colleghi Politecnici che dubitano della tenuta organizzativa aziendale per l’impatto dei Millennial. Non è così! I Millennial sono le persone che aspettavamo, quando ci si affaticava in complessi piani di formazione ex cathedra per far digerire il cambiamento della prima ondata tecnologica che faceva morti e feriti, e le mie brillanti collaboratrici facevano le infermiere degli utenti massacrati da tecnologie dell’informazioni e della comunicazione …. di mio nonno.Come avremmo voluto stare a casa in pigiama per comparire, grazie al web, istantaneamente su migliaia di apparecchiature dialogando con persone avide di nuovo, senza tutte quelle slides, spesso illeggibili, erogate a gente demotivata e semiaddormentata. Ecco i Millennial sono innovazione tecnologica incarnata, primo stadio di successive fusioni uomo-macchina che spero di vedere ancora. Imprese e Enti, Banche e PA sono nell’archeologia socio-industriale e i managers aspettano la pensione rinviando decisioni su tecnologie che non capiscono e accelerando cosi la fine loro e delle aziende che dirigono.
AUGURI AI MILLENNIAL!
Poi ci sono, ovviamente, anche lati più carenti dal punto di vista della caduta dell’attenzione, dell’approfondimento culturale, della capacità di leadership strategica, però i lati positivi mi sembrano di gran lunga prevalenti. E la tecnologia li ha anche resi insonni lavoratori, nerds che molte multinazionali hanno prontamente schiavizzato. Ma se negli anni ’90 chiedevamo anche i cuori nella vision/mission aziendale, i Millennials non sono fedeli a mistiche d’impresa e sanno difendersi cambiando lavoro sempre tramite il Web. Penso che molte discussioni su questo tema siano solo alibi di generazioni precedenti ormai comodamente accovacciate sulla loro ignoranza tecnologica, che speravano di finire la carriera senza trovarsi in casa nuove sfide. Europa, Italia e Giappone non hanno fatto il BPR del 1989, che ha rilanciato gli USA, e naturalmente resistono anche alla digitalizzazione, che sempre dagli USA scatenerà la vera seconda ondata che cambierà imprese, economie e società. Auguri ai Millennial!.
Contributo a un Forum di discussione del Prof. Nacamulli dell’Università Bicocca a Milano